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El blog de martinguevara

Sicilia bedda

10 Agosto 2019 , Escrito por martinguevara Etiquetado en #Europa Aorta

Sicilia bedda
Dal promontorio si vedevano le onde lambire gli scogli, il sole fioco ma austero, nonostante tutto il suo potere chiarificatore, non riusciva a cancellare in me la sensazione, ogni volta che guardavamo in basso, di sovrastare una gola così profonda da arrivare sino al centro della Terra, per questo motivo afferrai la mano di Adriana. A lei girava la testa per le vertigini più che comprensibili e ci aiutammo a vicenda per oltrepassare quella curva dell'impervia stradina, valse la pena prendere quel sentiero per raggiungere il porto di Levanzo dalla Grotta del Genovese, invece di tornare per la via più lunga ma più diritta.
Il paesaggio era ancora più bello dopo aver appreso da un antropologo che ci accompagnava, che in passato quell'isola era collegata alle altre due vicine, Marettimo e Favignana, e tutte e tre alla Sicilia. Qui arrivarono i primi abitanti di Trapani, forse dalla penisola iberica, come suggeriscono le pitture rupestri sulle pareti della grotta del Genovese, di circa ottomila anni, simili a quelle della grotta di Altamira. Molto probabilmente, pensai, quegli abitanti avevano camminato lungo il sentiero sul bordo del precipizio, e forse, uno di loro prese per mano un'Adriana del Neolitico che soffriva di vertigini, gesto come filo conduttore e simbolo della solidarietà tra gli esseri umani di ieri, di oggi e di sempre. Forse si fermarono, probabilmente, coniugando prudenza e timore reverenziale per quel crogiolo di colori che ricade su quel paesaggio meraviglioso per dire addio a quella che in futuro sarebbe stata la punta dove finisce l'Italia, o il suo principio, dipende da quale parte si guardi.
Arrivati al porto, dalle nuvole rigonfie precipitò scrosciante un acquazzone. I camminanti stavano appena iniziando a conoscersi. Appoggiammo i nostri zaini sotto il tetto di un bar e ordinammo caffè, acqua, birra, pizze e arancini, e mi aspettava il gatto più affettuoso che abbia mai incontrato in vita mia. Le fusa di quel felino sul mio collo che soprannominai Pirandello, insieme alle chiacchiere animate, arricchite da sonore battute dall'allegro carattere siciliano dei miei nuovi amici, sono rimaste incastonate nel mio ipotalamo come uno scenario, o meglio, come un tappeto persiano.
Più tardi tornammo a Favignana, due giorni trascorsi conoscendo nuovi posti, persone, e poi a dormire a casa dell'artista plastico MoMó Calascibetta. Un'accoglienza meravigliosa con cena e notte tra racconti e risate, ancora e ancora, e il giorno appresso l'inizio della camminata sull'Antica Trasversale Sicula partendo da Mozia. Un gioiello universale per la concentrazione di Storia, cultura... e zanzare. Da quel momento, quindi, la Sicilia cominciò a entrarmi dentro, le risate cariche di energia e i paesaggi diedero i natali a un flusso affettivo interiore, a un amore per quest'opera intarsiata e dipinta dalle essenze multiculturali generate dai viaggi, dal passare del tempo, la convivenza, il senso dell'humor, dell'onore e di un misterioso equilibrio che si fonde tra una scintilla vulcanica con odori, sapori e colori insostituibili. La dolcezza e la lealtà della sua gente, la bellezza interiore ed esteriore della mia amica Francesca, la profondità e fermezza della mia amica Anna, l'affetto di Tano e Peppe, di Adriana e Maurizio e tanti altri. La forza di Peppino Impastato e la sua famiglia, la pastasciutta alla Norma e al Nero di Seppia.
I Siciliani con la loro spontaneità, per la mia esperienza personale, sono più cugini dei cubani, o di un caraibico molto più bellicoso e millenario, piuttosto che dei romani, dei greci o degli arabi.
Oggi voglio congratularmi con la 5a Edizione di Thrinakia, il Premio Internazionale di scritture autobiografiche, biografiche e poetiche, dedicate alla Sicilia. E voglio essere fedele al mio desiderio di contribuire all'arricchimento intellettuale dell'isola che ho appreso ad amare e a diffonderne i suoi preziosi tesori culturali.
(Traduzione: Anna Assenza)
Martín Guevara Duarte
Luglio 2019 - León, Spagna
Sicilia hermosa
Las olas bañaban la roca, el sol, tenue pero firme, aún con todo su poder clarificador no lograba despejar la sensación de una garganta hacia centro de la Tierra cada vez que mirábamos hacia abajo, razón por la que tomé la mano de Adriana que sintió un mareo fuerte producto de un más que comprensible vértigo y nos ayudamos uno al otro atravesar ese recodo del camino, que hacía que valiese la pena tomar esa senda para llegar al puerto de Levanzo desde la Grotta del Genovese en lugar de regresar por el camino más recto.
El paisaje era más bello aún al haber aprendido hacía minutos, que en el pasado esa isla estaba unida a las otras dos cercanas, Marítimo y a Favignana y las tres a tierra, donde llegaron los primeros habitantes de Trapani posiblemente desde la península ibérica, como sugieren las pinturas rupestres de las paredes de la cueva del Genovés, de unos ocho mil años de antigüedad, del mismo tipo que las de la cueva de Altamira.
De manera que muy probablemente por ese camino al borde del precipicio habían caminado aquellos habitantes, quizás también uno habría tomado la mano de una Adriana del neolítico mareada por el vértigo, como hilo trasmisor de la simbología de solidaridad entre los seres humanos de ayer hoy y siempre, se habrían detenido, mezclando la prudencia con el asombro por el crisol de colores que caía sobre aquellas vistas maravillosas para despedir lo que en el futuro sería el fin de Italia. O según se mire; el principio.
Cuando llegamos al puerto se desprendió de las nubes una fuerte lluvia, los caminantes que recién comenzábamos a conocernos, metimos nuestros “zainos” bajo el techo de un bar y dimos cuenta de café, agua, cerveza y pizzas o arancini, y me esperaba el gato más cariñoso que he encontrado en mi vida. Quedó grabado en mi hipotálamo el ronroneo de aquel felino en mi cuello l que apodé como Pirandello, con la charla animada plagada de chistes sonoros del alegre carácter siciliano de mis nuevos amigos, como telón de fondo, O mejor dicho: como una alfombra persa.
Después regresamos a Favignana, dos días conociendo nuevos lugares, personas, y luego a dormir a casa del artista plástico MoMò Calascibetta, una maravilla de recepción, de cena y de velada, y al día siguiente el comienzo de la Antica Trasversale Sicula, partiendo desde Mozia, una joya universal por la concentración de Historia, cultura… y mosquitos. Desde ese entonces Sicilia se fue introduciendo en mi, las risas cargadas de energía, los paisajes dieron lugar a un cauce de afecto interior, a un cariño a esa obra tallada y pintada con las esencias multiculturales aportadas por los viajes, el paso del tiempo, la convivencia, el sentido del humor, del honor y de una misteriosa templanza fundiendo una chispa volcánica con olores, sabores y colores irreemplazables.
La dulzura y lealtad de su gente, la belleza interior y exterior de mi amiga Francesca, la profundidad y firmeza de mi amiga Anna, el afecto de Tano y Peppe,de Adriana y Maurizio, y tantos otros. La fuerza de Peppino Impastato y su familia, la pasta a la Norma y al Nero di Sepia.
En mi impresión personal, más que romanos, griegos o árabes, los sicilianos y su desenfado los hacían más primos hermanos de los cubanos; aunque de un Caribe varias veces más guerrero y milenario.
Hoy quiero dar mis felicitaciones a la 5a Edizione de Thrinakia, el Premio internazionale di scritture autobiografiche, biografiche e poetiche, dedicate alla Sicilia. Y dejar constancia de mi deseo de que contribuya tanto al enriquecimiento intelectual de la isla que aprendí a querer como a difundir sus preciados tesoros culturales.
Martín Guevara Duarte
Julio 2019 - León, España
Martín Guevara Duarte
Nasce in Argentina nel 1963. Cresce a L'Avana con la sua famiglia, rimanendo nell'isola cubana per dodici anni, mentre suo padre, il fratello minore di Ernesto Che Guevara, pativa il carcere come prigioniero politico della dittatura argentina. Finalmente torna alla terra natia dopo il trionfo della democrazia. Già in tenera età rifletteva sulle sue inquietudini attraverso la scrittura. Viaggia spesso per l'America Latina e l'Europa, svolge parecchi lavori, di solito con case editrici e distributori di libri. Legge i classici europei e segue il ritmo della letteratura americana moderna, impara le lingue in modo autodidatta, scrive poesie, storie, riflessioni che legge a un pubblico attento in incontri letterari. Sempre con un forte ingrediente d'irriverenza verso il Potere e il "politicamente corretto", spesso confinante con la marginalità, tanto nel suo modo di pensare che nel suo modo di vivere.
Si trasferisce in Spagna, dove forma una famiglia; vive tra Madrid e León e inizia a pubblicare articoli su diversi media in Internet, critico feroce dei meccanismi autoritari di qualsiasi modello di società passata, ma specialmente dei totalitarismi del nostro tempo.
Ha scritto un libro intitolato «All'ombra di un mito» sul peso della possente immagine del Che sulla sua persona, e sul resto della famiglia, che lo ha portato a viaggiare in differenti paesi di diversi continenti, dove è stato invitato a dibattiti e conferenze. In Italia ha realizzato un progetto chiamato «Diarios», in collaborazione con l'artista cubano Ascanio, residente a Milano, presentato e premiato a Milano. E nel 2018 esce il suo secondo libro «Triángulo Guevara» che include racconti e articoli su i suoi punti di vista politici in America Latina, in Europa e nella narrativa in generale.
Durante l'ultimo decennio è autore di numerosi articoli nel suo omonimo blog e in diversi media digitali tra i quali ricordiamo Infobae, Cibercuba, Havanatimes, Martinoticias, Misceláneas de Cuba.
Viaggia in Sicilia nel 2018, stimolato dall'influenza della sua amica Anna Assenza, regista indipendente e siciliana, attualmente residente in Costa Rica, amica intima di suo nipote Canek Sanchez Guevara, figlio di Hildita, uno dei suoi cugini preferiti e nipote del famoso mito, che morì alla stessa età di suo nonno e sua madre, nel gennaio del 2015 in Messico.
Invitato dall'Antica Trasversale Sicula, giunge per la prima volta nella meravigliosa isola di Sicilia ed è profondamente colpito dalla sua cultura, dai suoi paesaggi e soprattutto dall'autenticità della sua gente. Da quel momento in poi giura amore eterno e incondizionato verso l'eclettica isola dei Sicani e dei Siculi.
Pirandello

Pirandello

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El viaje de la lechuga

3 Agosto 2019 , Escrito por martinguevara Etiquetado en #Relax

Días atrás un amigo del barrio de mi hijo menor, le obsequió, procedente de un huerto barrial,  una lechuga a medio crecer. Se la dio con las raíces al aire, fláccida, condenada a perder todo su verdor en unas pocas horas más.

Él llegó a casa la puso en una maceta, le colocó buena tierra, la regó, lo felicité diciéndole que al menos le estaba dando una muerte digna. Al día siguiente la lechuga continuaba verde y al parecer, viva.  A los tres días, la propia planta se había encargado de descartar las hojas que no podría volver a  levantar, y en su lugar empinaba otros jóvenes brotes hacia el sol, el poder de la clorofila y la fotosíntesis, o la confianza y la convicción en el cariño y el cuidado. que hemos ido dejando en el mismo baúl de recuerdos olvidados, en cuyo fondo quizás encontremos al osito Cocó, o al diente de leche por el que ya recibimos la indemnización del ratoncito Pérez. 

La lechuga fue creciendo de tal manera que en un momento y como visible causa de su agradecimiento por la actitud de mi hijo, comenzó a cantar canciones que contenían la palabra amigo. de este modo hizo un recorrido por un catálogo de temas populares famosos y otros quizás no tanto para seres del mundo animal. Entre las conocidas cantó, Quiero tener un millón de amigos, de Roberto Carlos, Waiting on a friend de los Stones y With a Little help from my friends, de los Beatles, cosa que entusiasmó mucho a mi hijo que es un fan declarado del cuarteto de Liverpool.

También cantó : ."..barquito de papel mi amigo fiel/  llévame a navegar por el ancho mar/ quiero conocer a niños de aquí y de allá...",  melodía que yo no escuchaba desde que había vivido en Cuba, y me dejó impresionado con sus conocimientos y acervo general.

Mi hijo me dijo, - Papá tengo que hacer algo más por esta lechuga. Si dice que quiere ir al mar la llevaré al mar. Es encantadora.

Y así fue que lo llevé junto a su amigo del barrio a que le diesen un paseo por el Mar Mediterráneo en el yate del príncipe William antes de que se casase. Perkins, el mayordomo del príncipe, tan inglés, respondió a mi pedido con un afirmativo: Of course. Y con el torso firme, se llevó a los chicos y su querida hortaliza a un paseo que duraría medio día.

Cuando estaban en una zona profunda mi hijo sacó la lechuga por la borda para enseñarle la transparencia del agua, y un súbito golpe de timón a causa de una ola de babor, hizo que perdiese el equilibrio y la lechuga se cayera por la borda, lanzando primero gritos de auxilio, y luego improperios, acusando a los niños de traidores, de haberla alimentado para luego  permitir que se ahogase en aquella inmensidad, en aquel páramo de verduras. A mi hijo y a su amigo se les aguaron los ojos, aún así intuían que arrojarse al agua sería una temeridad.

Una vez que la lechuga llegó al fondo del mar y vio las algas pensó que no estaba todo acabado, se hizo a la idea de vivir como una de ellas, y hasta le causó emoción el hecho de pensar que sería mecida por las olas y acariciada por los pececillos de colores. Le entristeció el hecho de no poder cantar bajo el agua _-Pero no se puede tener todo- se dijo a si misma y de alguna manera se sintió reconfortada.

Después de andar por varias profundidades encontró el Octoposus garden, del que hablaba Ringo Starr en sus canciones, y que la lechuga, de amplísimas nociones musicales, conocía tan bien. Le pidió permiso al pulpo para establecerse, y después de enternecerlo con su historia, no solo logró que el pulpo la aceptase sino que le concediese un lugar privilegiado, cerca de Bob esponja y compañía.

Mi hijo y su amigo decidieron lanzarse al agua tras evaluar los riesgos y los esfuerzos que habían realizado para ser tenidos en cuenta como niños adorables. Al príncipe William de Inglaterra le faltaban aún unos días para casarse, pero el mayordomo Perkins debía estar listo, y fue tan tajante como delicado en sus expresiones; les dijo:    

 _ Chicos, puntualidad británica, por favor, si no están aquí mañana en la mañana me veré obligado a zarpar sin vuestra presencia. Y se lanzaron al agua con aqualungs para tres días.

No hizo falta agotar la paciencia del buen sirviente real, ya que a la caída del sol  los dos niños encontraron el Octoposus garden, y como ya indiqué, mi hijo es un fan irredento de los Beatles, le agarró la botella de aire comprimido a su amigo y le hizo señas para detenerse allí unos instantes. Una vez que entraron y hablaron con el pez administrador, un pez con una nariz puntiaguda como el baterista de la banda, y una vez que se sacaron unas fotos, los dos niños vieron al mismo tiempo, detrás de Bob el esponja, a una lechuga idéntica a la que andaban buscando, pero pensaron que no sería aquella, ya que en el jardín del pulpo solo debía haber algas.

Pidieron permiso para restaurar fuerzas comiendo un poco de la lechuga, y cada uno se zampó una mitad.

Mientras tanto, la lechuga emitía gritos sordos implorando por su vida, por su integridad, cantaba con cierto desespero las mismas canciones que había entonado en mi pequeño jardín trasero, aún sin demasiadas esperanzas de ser escuchada.

 Una vez en casa, el pichón  aún seguía sintiendo cierta tristeza. Pero había algo que estos chicos y yo aún desconocíamos.

A los dos días de ser engullida la lechuga regresó al agua, la del WC., se vio repentinamente liberada de un ámbito cerrado y oscuro que le estaba produciendo claustrofobia. Una vez en las cloacas, tuvo oportunidad de echar de menos las claras aguas del mediterráneo, incluso ese sobrecargado sabor a sal.  - Oh que espanto- se dijo- he perdido todo mi verdor-

La lechuga como los demás alimentos que vagaban por aquellas cañerías había mutado y su estado era compacto pero no rígido. Pensó que la única manera de recobrar algo de su identidad era encontrando a un semejante que procediese también de la huerta, para continuar viaje a lo desconocido juntos. De modo que comenzó a preguntar a todo transeúnte que se cruzaba en la cloaca,

_ Perdón, me puedes decir que eras tú antes?-

_ Yo era dos perritos calientes con mucho chucrut- le dijo el primero.

Y así se fue encontrando con boñigos conformados , unos de pescados, otros de carnes variadas con sus guarniciones, otros por huevos fritos, hasta se encontró una ensalada , pero su decepción fue grande cunado supo que en ella había también zanahoria, todos aquellos carotenos juntos era algo que no podía soportar.

Hasta que, no sin aliento, pero con mucho menos fuelle, le preguntó a otro sorete por su procedencia y este le dijo que había sido una lechuga, mostraron su alegría por haberse conocido y partieron juntos en ese frenético viaje hacia la desembocadura en algún vertedero. 

Por la noche en un merecido descanso, le contó nuestra desmejorada verdura a su nuevo compañero, que otrora fuera una lechuga recuperada, que había sido arrojada al mar por dos niños de los cuales uno había sido su amigo antes de traicionarla y zampársela luego de darle caza vestido de buzo en el fondo del océano, el otro boñigo no pudo creer lo que oía, y exclamó:

- Mi media naranja!. Yo soy la otra mitad, que quedé atrapada en el estómago del amigo de nuestro salvador asesino.

Entonces se dieron un abrazo tal que quedaron nuevamente fusionadas, lograron recuperar por una vez más la ilusión de la vida, y en esta ocasión se convirtieron en un temible sorete de dimensiones que infundía respeto a su alrededor.

Al poco tiempo de andar con su nuevo aspecto, se dio cuenta que si bien frente a un espejo sus opciones de sentir orgullo sufrirían cierta merma, también era cierto que de ahí en adelante nadie desearía comerla, tocarla, ni molestarla en lo más mínimo. Una de cal y otra de arena.

Según Platón, todas las partes del universo se mantienen unidas por amor compasivo, se dijeron uno a otra y viceversa.

Pero una semilla de aquél enérgico vegetal volvió a echar raíces en la misma maceta en que mi hijo la colocó en un inicio; durante el invierno y a la intemperie crecieron nuevas hojas rozagantes.

No cesa en brindarnos sorpresas nuestra adorable lechuga Be Bop.

 

 

 

Yellow submarine Be-bop

Yellow submarine Be-bop

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